anemone, fiore del vento, soffio vitale - leggiadro fragile elegante e pieno di vivacità
secondo appuntamento: che occasione preziosa, che gioia incontrare tante donne diverse e ricche di palpiti e talento
grazie a tutte -
maria cristina antonini
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Fiori falsi / sogni veri
“Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.”
(Galileo Galilei)
Il sottile, ma, al tempo stesso, solido e delicato filo che tesse la trama dei pensieri emotivi e delle ricerche delle giovani artiste in mostra, si offre come una non casuale guida che consente di attraversare idee e processi che hanno nutrito e animato un ragionamento sull’arte e sul tema del femminile e della donna, producendo soluzioni formali avvertite come diverse e complementari.
Seppur fruiti in un contenitore digitale, di cui si percepisce l’assoluta concretezza perché ugualmente capace di ricreare un ambiente estetico di turbamento, di passione e di riflessione, i lavori presentati raccontano innanzitutto un progetto, alimentato dalle idee e dalla cura di Maria Cristina Antonini e delle allieve, che hanno voluto e saputo tradurre in una nuova proposta espositiva alcune delle sollecitazioni provenienti dai componenti della giuria del premio dedicato a Lea Mattarella, in seno alle attività svolte dal Premio Pavoncella 2020.
In tal modo, alcuni lavori delle studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che avevano partecipato al bando, sono confluiti in Anemoni due, pensata come una piattaforma di esperienza, ma anche come portale di accesso a una visione talvolta eteroclita, perché tenuta insieme, si diceva, da un filo sottile che denuncia diversità complementari, in cui tecniche, materiali, linguaggi e ricerche esprimono una pluralità di sensibilità e di ragionamenti su una tematica troppo spesso esposta alle pericolose insidie della retorica. E invece, espressività ironiche, pop, materiche, glamour convivono e completano il multiverso di altre rappresentazioni più mentali, silenziose, introverse, contemplative; così l’Io rispecchiato, lo spazio privato e quello sociale, il tempo del Sé e del Noi confluiscono tutti in un ragionamento che evidenzia complessità e capacità problematizzanti, nonché l’urgenza di dare evidenza a questioni e, talvolta, anche ad alcune certezze. Una di queste la si può rintracciare nel raffinato, colto, energico e partigiano sentire di Lea Mattarella, donna e studiosa assai speciale a cui è dedicata la mostra. Ed è per lei, infatti, anche il titolo scelto per questa nostra breve riflessione - tratto da un testo di Francesco De Gregori, poeta di canzoni che Lea amava frequentemente citare -, che qui viene assunto come sintagma nel sistema valoriale che queste giovani donne sapranno sempre e con coraggio affermare.
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Federica De Rosa e Olga Scotto di Vettimo